La rivista Diagnosi e Terapia,  distribuita gratuitamente nelle principali città d’Italia, in un articolo pubblicato nell’ottobre del 2013, racconta l’origine e l’evoluzione di un nuovo ruolo del farmacista, nato per rispondere ai bisogni della società e delle persone, sempre più orientati al benessere e alla salute nella sua connessione tra spirito mente e corpo.

Nell’analisi proposta emerge la necessità di un cambiamento verso un’integrazione tra le farmacie con il SSN, attraverso un’attività caratterizzata da una propria identità, legata alla professionalità del farmacista.

Questo obiettivo si traduce nell’introduzione di nuovi servizi in farmacia che mirino ad allargare l’area di competenza del farmacista, da sempre confinato in un ruolo di subordine (come ad esempio, offrire assistenza per l’uso delle apparecchiature di auto screening) senza poter esternare alcun riferimento professionale.

Quella del farmacista counselor – come riportato nella rivista Diagnosi e Terapia – è una figura che nasce nei Paesi anglosassoni; ormai riconosciuta dagli organismi europei,  è in via di sviluppo anche in Italia.

Essa si lega a tutti i settori professionali nei quali è centrale la relazione d’aiuto: psicologi, pedagogisti, insegnanti, educatori, formatori, animatori, infermieri, formatori del personale, e tutti i professionisti che svolgono un’attività legata allo stato di salute e benessere che preveda un continuo contatto col pubblico.

Il counselor esercita in autonomia oppure nell’ambito della propria professione e le sue prestazioni sono soggette ad Iva. Ciò prevede la possibilità di remunerazione dei servizi resi col counseling.

Un punto chiave è la formazione del farmacista counselor che si sviluppa su due orientamenti principali: l’ampliamento delle conoscenze e la fornitura di servizi finalizzata alla ricerca di tutti quei comportamenti che agiscono in modo negativo sullo stato di benessere individuale.