La FIP (Federazione internazionale farmaceutica) sollecita i governi ad una maggiore attenzione e protezione per i farmacisti.
Dall’inizio dell’epidemia, sono una decina, i farmacisti che hanno dato il loro tributo con la vita, soccombendo al SARS-CoV-2, per adempiere al loro lavoro e dovere in prima linea sul territorio, a sostegno della popolazione.
Proprio per l’importanza, e la necessità del presidio sanitario delle farmacie di comunità, sul territorio, la Federazione internazionale farmaceutica (Fip) ha richiamato, in aprile, i governi internazionali ad una maggiore attenzione e di «Riconoscere ai farmacisti e il personale della farmacia come lavoratori chiave, ad esempio, includendoli completamente nei protocolli di emergenza, offrendo loro la libertà di movimento durante i blocchi e fornendo assistenza all’infanzia se le scuole sono chiuse».
Nello stesso tempo, nel documento si chiede che i farmacisti di comunità, vengano inseriti tra i sanitari, e di «garantire che il personale della farmacia abbia accesso a dispositivi di protezione adeguati, secondo le linee guida FIP “pandemia di Coronavirus SARS-CoV-2 / COVID-19: informazioni e linee guida intermedie per i farmacisti e il personale della farmacia” e in conformità con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità».
Mi sembra opportuna e doverosa la richiesta della FIP, visto che, spesso, il lavoro e l’impegno di questi sanitari, impegnati in prima linea, non viene adeguatamente considerato.