Il commissario Arcuri asserisce che la “Colpa dei distributori e dei farmacisti, non mia”, questa affermazione detta dal commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, conferma lo stato di disagioche si è venuto a creare nel nostro paese.Disagio certamente vissuto dai cittadini, che non riscontrano, sul territorio e nei presidi istituzionali sanitari, quanto vanverato dal primo ministro italiano e dallo stesso commissario.
Non è spiegabile perché il commissario ha rifornito Regioni, dipartimenti della sanità, servizi pubblici essenziali, trasporti pubblici locali e le RSA, pubbliche e private, a titolo gratuito. All’uopo avrebbe potuto rifornire le farmacie di comunità, riconosciuto tra i presidi sanitari del SSN più diffusi sul territorio, che avrebbero a loro volta distribuito gratuitamente le mascherine alla cittadinanza e anche ai cittadini dei piccoli centri montani isolati dove mancano persino le strutture sanitarie più elementari. Azione e collaborazione che avrebbero potuto effettuare nella logica della legge 69/2009 istituiva, della farmacia dei servizi , e che già esercitata ed attuata per altri servizi, vedi distribuzione dei kit per lo screening del tumore del colon, programmi di educazione sanitaria, ecc.
Sarebbe stato più dignitoso per le istituzioni e per il commissario Arcuri , che avrebbe dato dimostrazione di capacità e di conoscenze del management care, senza discreditare i farmacisti e una categoria di professionale che, anche in questo, particolare momento, hanno dato il loro contributo con le circa ventimila farmacie di comunità aperte sul territorio, quale unico interlocutore del SSN per il cittadino, di notte e di giorno sul territorio. Inoltre, mi corre l’obbligo ricordare alle istituzioni e al commissario Arcuri che tutto questo ha portato alla perdita sul campo di quindici farmacisti eroi.
Concludo osservando che il vero problema è nella farraginosità delle istituzioni, dovuta alla burocrazia creata negli anni dal clientelismo politico, e mi sconvolge ascoltare politici che si nascondono dietro la facciata della burocrazia, quando basterebbe una loro legge per far ritornare questo paese nel novero delle società civili.