
Il farmacista di comunità può ridurre l’accesso inappropriato al pronto soccorso, lo rileva uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “American journal of healt-system pharmacy”, edita da Oxford University Press, dell’Università degli studi di Oxford, dal titolo: “Can pharmacists reduce inappropriate emergency department utilization?”
Questo studio va di npari passo con il ruolo del Farmacista Counselor nell’ambito delle attività previste dalla farmacia dei servizi.
L’intervento del farmacista può ridurre il ricorso al pronto soccorso e alla riduzione della ospedalizzazione con evidenti riduzione dei costi per il SSN.
Il lavoro pubblicato negli Stati Unti d’America si basa sull’analisi dei dati di accesso rilavati nei diversi pronto soccorso operanti negli Stati Uniti. Infatti è notorio come in tutti i sistemi sanitari, del mondo occidentale, hanno costi eccessivi e sproporzionati nei confronti del PIL e nei confronti dei risultati ottenuti che sempre più spesso non soddisfanno le aspettative del cittadino- paziente.
Sulla base di questa considerazione scaturisce l’opportunità di coinvolgere il farmacista di comunità come filtro territoriale di orientamento per la persona nell’uso e accesso al pronto soccorso.

Dallo studio emerge che solo nel 2008, si stima che dal 13 al 27% del ricorso al pronto soccorso (dipartimenti di emergenza negli Stati Uniti) è da considerarsi “inappropriato”. Nello studio, i ricercatori evidenziano che
“……le visite inadeguate contribuiscono a ridurre l’efficienza del sistema sanitario e ad un aumento dei costi spese, mentre, la prevenzione (anche con l’intervento del farmacista di comunità) potrebbe far risparmiare al sistema sanitario americano fino a 4,4 miliardi di dollari all’anno.
Si rileva inoltre, che il ricorso eccessivo e inadeguate ai dipartimenti di emergenza è favorito da un inefficiente coordinamento delle cure sul territorio, dovuto all’organizzazione e alla diffusione sul territorio dei punti salute e alla difficoltà di accesso alle cure, spesso non convenienti per i pazienti.
Tra le cause dei ricorsi inadeguati ricorrono la gestione delle terapie farmacologiche ambulatoriale: depressione, malattie cardiovascolari, infezioni del tratto urinario, emicrania, ecc.
Tra queste terapie, i ricercatori, evidenziano che l’intervento del farmacista con la presa in carico del paziente cronico, con un intervento più clinico e con la disponibilità di test e indagini rapidi, può fornire giusti interventi e soluzioni per ridurre l’accesso ai dipartimenti di emergenza.