Vaccino contro il Coronavirus

Procedono gli studi e la messa a punto del vaccino anti-Covid, ChAdOx1,condotti dallo Jenner Institute della Oxford Universiy in collaborazione con L’IRBM Science Park SpA, società italiana, di Pomezia, operante nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica.  È stato pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet il risultato  della sperimentazione relativa al vaccino anti-Covid19, condotto dall’Università di Oxford e dal Gruppo farmaceutico italiano, in cui descrive l’avanzamento della sperimentazione e la forte risposta immunitaria e anti-corporale fino al 56° giorno della sperimentazione in corso.

I risultati si riferiscono alla fase 1-1 della sperimentazione condotta su 1077 individui adulti sani.

Il vaccino anti- Covid19, denominato  ChAdOx1, è definito “sicuro” e con “pochi effetti collaterali”. Ed è in grado di determinare una forte risposta di formazione di anticorpi e cellule immunitarie di tipo T, verificata fino al  56° giorno della sperimentazione attualmente in atto in Inghilterra.

Sostengono i ricercatori dello Jenner Institute sulla rivista The Lancet che  i risultati potrebbero essere migliorati con al somministrazione di una seconda dose di vaccino. Sono necessari ulteriori test  per confermare la definitiva efficacia e il grado di protezione effettiva del vaccino ChAdOx1.

Le ricerche  per il vaccino anti-Covid19 sono state avviate in molti paesi europei, Cina, America e Giappone applicando le varie modalità di ricerche.

Infatti, le tecniche di ricerca e produzione dei vaccini sono diverse e si differenziano in particolare per l’utilizzo del ceppo di partenza che può essere il virus intero attenuato, le sub-unità di virus o i componenti degli acidi nucleici RNA e DNA.

La preparazione di vaccini prodotti da virus interi, costituisce il metodo tradizionale di preparazione dei vaccini antivirali. I virus vengono  attenuati, conservando la capacità  di replicarsi, ma perdendo la virulenza aggressiva, capacità di causare la malattia. Oppure possono essere inattivati, cioè uccisi con calore o trattamenti chimici. I vaccini prodotti con questo metodo presentano il vantaggio di avere un buona capacità immunologica , ma possono causare  immunopotenziamento delle componenti immunitarie e reazioni avverse.

Vaccino contro il Coronavirus

I vaccini a sub-unità sono preparati da una componente del virus. In questo metodo si utilizza la proteina  proteina spike, cioè quella con cui il virus si lega al recettore della cellula al fine di indurre la formazione di anticorpi contro di essa e bloccare il legame. Anche in questo caso  si può  sviluppare immunopotenziamento.. All’uopo, sono in fase di sperimentazione, in  molte università ed istituti di ricerca, studi per ridurre l’impiego della proteina spike totale, utilizzando  solo la parte con cui il virus si lega al recettore, denominata receptor-binding domain (RBD). Con questo metodo si consegue  un’elevata immunità riducendo le reazioni avverse.

I vaccini prodotti da acidi nucleici RNA o DNA, sono i più innovativi e si preparano da un  frammento di RNA o DNA del virus, cioè la parte contenente le istruzioni per produrre la proteina virale spike. I vaccini derivati da acidi nucleici  sono stati introdotti negli anni 90 e tutt’ora sono in fase di  perfezionamento, sull’uomo non hanno manifestato la dovuta efficacia terapeutica che si speri possa migliorare con le innovative biotecnologiche molecolari.